Grande successo del nuovo libro di Vincenza Palmieri – Siamo Ragazzi NON siamo diagnosi

Alla Fiera del libro Più libri Più liberi: la presentazione del Libro e relativa Campagna Sociale ha raccolto un enorme consenso, rivelando come questo sia un tema che incontra la sensibilità della gente

Roma. “Tutto esaurito alla Nuvola”.

Sala gremita e anche persone in piedi per seguire l’incontro romano con il vivace dialogo che ha caratterizzato la presentazione dell’ultimo libro di Vincenza Palmieri Siamo Ragazzi, NON siamo diagnosi, Armando Editore, tenuta nella Sala Antares alla “Nuvola” di Fuksas (Roma Eur). Presenti in sala un gran numero di Pedagogisti Familiari, studenti e docenti INPEF, mamme, papà, nonni e ragazzi, studenti universitari giunti da tutta Italia, artisti, giornalisti, letterati, accademici, filosofi, medici e cittadini che si sono emozionati per la scoperta di un problema e di una soluzione di cui avevano sentore, ma che non avevano colto in tutta la sua importanza e drammaticità.

Ha introdotto i lavori Andrea Iacometti, Amministratore Delegato della Armando Editori che, nel ricordare la ricorrenza del 75esimo della nota Casa Editrice ha sottolineato tra l’altro: “Con la professoressa Palmieri è una lunga storia d’amore. Abbiamo pubblicato più di 10 libri con lei. È veramente una lunga storia. Molti di questi sono i bestseller della casa editrice. Quindi ci onoriamo di avere la professoressa Palmieri nel nostro catalogo.”.

La conduzione da parte dell’avvocato Emanuela Fancelli – direttore di Radio Centro Musica e conduttore su Business 24 TV, canale 810 di Sky, della trasmissione di attualità politica “L’Opinione” premiata Microfono d’Oro per la cronaca politica nel 2023 – è risultata particolarmente leggera e allo stesso tempo profonda. L’avvocato Fancelli ha dichiarato: “Il lavoro della professoressa Palmieri è importantissimo perché lei, con parole semplici, riesce a rappresentare e comunicare dei fatti centrali per la nostra società che, in genere, sono noti e conosciuti solo agli esperti del settore o a chi vive certe vicende. Invece è importante che noi tutti li conosciamo.”. E sono stati molti, infatti, gli applausi e le manifestazioni di approvazione e di consenso. Alcuni presenti si sono emozionati fino alle lacrime. In tutti la consapevolezza della necessità di cambiare e di restituire ai ragazzi la loro vita uscendo dalle diagnosi.

Particolarmente “stimolante” il momento in cui la professoressa ha evidenziato come un ragazzo che protesta non ha un DOP (Disturbo Oppositivo Provocatorio): Il disaccordo non è una malattia. Nessuno ha mai fatto una diagnosi di Disturbo Oppositivo Provocatorio a SalviniRenziLa Russa o alla Schlein, per fare alcuni nomi a caso… (anzi, questo è proprio richiesto nel dibattito politico…essere all’opposizione) …nessuno ha proposto per loro uno stabilizzatore dell’umore. Con i ragazzi che attraversano le Istituzioni normalmente questo accade. È la filiera psichiatrica in azione. I bambini sono bambini, i ragazzi sono ragazzi in fase evolutiva. Il cambiamento è sempre positivo.”

Nel corso dell’incontro, la professoressa Laura Fidanza, Pedagogista Familiare, insieme alla giovane studentessa Belen Lara Acosta, hanno interpretato alcuni brani del libro che hanno rapito la platea come  la storia di Filippo (nome di fantasia) – aiutato a liberarsi della diagnosi di handicap, che era riuscito a ottenere ottimi voti, voti veri – che al ritorno da scuola aveva gridato: “Ma papà, allora io sono normale come tutti gli altri bambini.”.

E la storia di un bambino che aveva esclamato dopo un aiuto in Didattica Efficace: “Mamma, guarda anch’io posso imparare!”. Storie che hanno commosso la platea suscitando al tempo stesso la consapevolezza che si può garantire il Diritto all’Apprendimento.

La professoressa Palmieri ha sottolineato pertanto la necessità, ampiamente condivisa dal pubblico, di difendere i ragazzi dall’abuso diagnostico, soprattutto occupandosi di loro in una maniera alternativa alla diagnosi: “Qual è la performance del ragazzo? Osserviamoli questi ragazzi! Osserviamo la loro performance invece che appiattirci nella diagnosi.

Che cos’è la performance?

Noi guardiamo quello che il ragazzo sa fare e quello che non sa fare. Questa è l’osservazione della performance.

Quello che sa fare noi lo esalteremo, perché dobbiamo dare anche vittorie. Un ragazzo non ha solo la difficoltà, ha un sacco di altre qualità, di cose che sa fare bene. Allora vogliamo istruirlo, vogliamo formarlo, educarlo? Esaltiamo quello che sa fare bene, rendiamolo vincitore, rendiamolo forte.

E su quella cosa che non sa fare o non sa fare bene, mettiamo in campo le strategie della Pedagogia Familiare e della Didattica Efficace. E rispolveriamo anche la buona didattica!”.

Per concludere l’autrice ha lanciato un appello: “Emanuela [avv. Fancelli] ha detto, salviamo i nostri ragazzi! Lei l’ha detto al plurale. Salviamo i ragazzi tutti insieme!

I giornalisti hanno un ruolo importante. Qui ne vedo tanti. Ma a parte i giornalisti, ci sono i Pedagogisti Familiari, ci sono le associazioni, i cittadini. Insieme, ognuno per quello che è il proprio ruolo, possiamo fare tanto se siamo insieme, tutti insieme… possiamo fare grandi cose.

Ognuno di noi può fare la sua parte. Se siamo insieme, se lo facciamo insieme ci riusciamo.

Nessuno di noi è solo. Nessuno di noi è un’isola. Siamo un’infinità di persone meravigliose e soprattutto noi siamo il Popolo dei Diritti Umani.

Ricordiamoci che questa non è solo una pubblicazione ma è una Campagna Sociale. Quindi potete farla vostra, potete divulgarla, potete mettere in campo qualunque iniziativa per difendere i nostri ragazzi dall’abuso diagnostico e soprattutto per occuparsi di loro.

Sono ragazzi, non sono diagnosi, sono Esseri Liberi!

Ufficio Stampa INPEF