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Conversazioni di Pedagogia Familiare a Cisterna di Latina

#aiutarelefamiglieacasaloro 

CONVERSAZIONI DI PEDAGOGIA FAMILIARE A CISTERNA DI LATINA 

insieme alla fondatrice della Pedagogia Familiare Vincenza Palmieri, al giornalista RAI Daniele Rotondo,

ai rappresentanti delle Istituzioni e ai Pedagogisti Familiari 

Grande partecipazione in data 17 febbraio presso l’Aula Consiliare di Cisterna di Latina per le “Conversazioni di Pedagogia Familiare” condotte dal Giornalista Rai Daniele Rotondo e organizzate dall’Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare assieme all’Associazione Nazionale dei Pedagogisti Familiari, con il patrocinio del Comune di Cisterna di Latina, per favorire il confronto tra Istituzioni ed esperti della materia. Obiettivo prioritario, discutere le politiche a sostegno delle Famiglie e dei Bambini. Nell’occasione, la presentazione del primo “Manuale di Pedagogia Familiare – Aiutare le famiglie a casa loro” scritto dalla Prof.ssa Palmieri – fondatrice della Pedagogia Familiare e Presidente dell’Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare – che ha coinvolto non solo gli addetti ai lavori, ma ha colpito ed emozionato moltissimi cittadini.

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«L’obiettivo di questo evento è fare cultura. Creare un luogo di dialogo inter-istituzionale – all’interno della “Casa del Popolo” – ragionando sui principi, sulle proposte e sugli strumenti propri della Pedagogia Familiare, ma anche dare voce a questo popolo» ha sottolineato la fondatrice Vincenza Palmieri. 

Apprezzata la partecipazione coinvolta e coinvolgente da parte del Sindaco di Cisterna di Latina Valentino Mantini, che ha ricordato le azioni fondamentali in favore dei giovani, degli anziani e di chi è più in difficoltà che sta mettendo a punto l’Amministrazione. «L’inclusione sociale – ha dichiarato Mantini – avviene attraverso i servizi e promuovendo le attività per i cittadini ancora prima che i bisogni si manifestano. Ecco perché l’incontro con i Pedagogisti Familiari è stato molto importante per confrontarsi sulle migliori soluzioni di welfare».

Presenti all’iniziativa l’Assessore al Welfare e alle Politiche Sociali di Cisterna di Latina Carlo Carletti e l’Assessora alle Politiche Giovanili Michela Mariottini. Il primo ha sottolineato le difficoltà dei cittadini a rivolgersi ai Servizi Sociali come risorse, nonché l’impatto economico che la collocazione di un bambino lontano dalla propria famiglia ha sui bilanci dell’Amministrazione Comunale. Mariottini ha affermato che il welfare passa, altresì, per le politiche in favore dei più giovani: «Ecco perché – ha annunciato – abbiamo appena istituito il Consiglio dei ragazzi al fine di favorire la loro partecipazione e l’affermazione del loro punto di vista».

All’evento ha partecipato anche Emanuele Gisci, Vicepresidente del Municipio Roma II, ente con il quale l’INPEF ha stipulato un Protocollo di Intesa: «Portare in un Ente locale l’approccio della Pedagogia Familiare significa scardinare quel sistema radicato che la Professoressa Palmieri chiama Filiera Psichiatrica. Significa proporre un cambiamento radicale e avviare un percorso complesso ma necessario se si vuole raggiungere l’obiettivo ‘zero allontanamenti’ dei bambini dalle famiglie».

Come sempre ricchi, forti e coinvolgenti gli interventi della Prof.ssa Palmieri che ha evidenziato la natura dei bisogni delle famiglie in difficoltà: «Le famiglie che attraversano passaggi complessi non hanno bisogno di un patologo – ha sottolineato – così come non può essere necessariamente il Servizio territoriale a rappresentare la risposta ad ogni loro istanza. Se il problema è di natura familiare, infatti, serve un esperto di Famiglia, delle sue dinamiche, problematiche, risorse. Ovvero, per uscire dalla confusività dei ruoli, serve un Pedagogista Familiare».

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Fondamentale il contributo dei Pedagogisti Familiari, provenienti da tutta Italia. Salvatore Pappalardo – docente del Master in Pedagogia Familiare – ha posto l’accento sulla Didattica Efficace «a cui è dedicata un’ampia parte del percorso formativo del Pedagogista Familiare che non mette mai l’accento sulla difficoltà che ha un bambino bensì punta a valorizzare la sua performance. Sostanzialmente si inizia a lavorare su ciò che sa fare per poi colmare la sua difficoltà».  Così come Laura Fidanza – docente del Master Biennale – si è soffermata sul ruolo del Pedagogista Familiare come «Traduttore sociale, ovvero come colui che mette in comunicazione le Famiglie, le istituzioni e i servizi territoriali con l’obiettivo di trasferire reciprocamente i bisogni dell’uno e le necessità dell’altro». Secondo Mariangela Peduto, infine – che ha fortemente voluto questo incontro nella sua città – «È fondamentale diffondere le buone pratiche della Pedagogia Familiare quale nuova risorsa per le famiglie del territorio». In qualità di interprete LIS, quindi, ha sottolineato quanto sia importante acquisire gli strumenti e i linguaggi necessari per relazionarsi con ogni singola famiglia, nella sua specificità.

Il Dott. Pier Luigi Bonici, Presidente Anpef, in un’intervista a conclusione dell’evento ha dichiarato ancora una volta il peso e il ruolo fondamentale della Pedagogia Familiare: «Una scienza autonoma che offre una grande possibilità per tutti coloro che desiderano essere professionisti per le famiglie e che rappresenta, altresì, una importante opportunità per la politica e per le istituzioni». 

Il successo dell’evento è stato brillantemente accompagnato dalla presenza dell’artista locale Lucilla De Angelis che ha letto alcuni brani del “Manuale di Pedagogia Familiare. Aiutare le Famiglie a casa loro” e dal coinvolgimento del pubblico presente da parte di Daniele Rotondo che ha abbandonato il tavolo dei relatori per raccogliere da vicino domande e commenti da parte dei cittadini.

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Secondo Congresso Internazionale di Pedagogia Familiare®: i Grandi Temi

L’Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare e l’Associazione Nazionale dei Pedagogisti Familiari presentano il

2° Congresso Internazionale di Pedagogia Familiare

I GRANDI TEMI

Roma 27 – 28 maggio 2022

27 maggio 2022 ore 10,00 – 18,00

28 maggio 2022 ore 10,00 – 13,00

Roma, Circolo Ufficiali Aeronautica Militare

Torna la seconda edizione del Congresso Internazionale di Pedagogia Familiare, con due giornate ricche e intense, dedicate ai Grandi Temi della Pedagogia Familiare: le nuove politiche per la Famiglia, i diritti dei Bambini, gli strumenti del Pedagogista Familiare, la Didattica Efficace, l’anatomia dei bisogni, il Sostegno genitoriale e familiare nonché, soprattutto, le politiche attive necessarie per Aiutare le Famiglie a casa loro.

Il programma tematico prevede l’alternanza di sei sessioni disciplinari curate da Pedagogisti Familiari e docenti INPEF, e con il contributo di autorità, giuristi, professionisti e rappresentanti istituzionali. Il Congresso si concluderà con la cerimonia di proclamazione dei Pedagogisti Familiari che hanno recentemente completato la formazione in Pedagogia Familiare.

Info e prenotazioni: eventosociale20@gmail.com

 

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Anteprima video Più Libri Più Liberi Manuale Pedagogia Familiare

Alla fiera internazionale del libro 2022 il ‘Manuale di Pedagogia Familiare’ di Vincenza Palmieri

L’ultimo libro a firma di Vincenza Palmieri “MANUALE DI PEDAGOGIA FAMILIARE – AIUTARE LE FAMIGLIE A CASA LORO”, edito da Armando Editore, è stato inserito tra i best-seller del 2022 presenti alla Fiera Internazionale dell’Editoria “Più Libri Più Liberi”.

Nel video le immagini, gli incontri, i sorrisi, le parole dell’autrice, i progetti condivisi e quelli già all’orizzonte, le emozioni condivise in una giornata speciale, la Giornata Mondiale dei Diritti Umani. Una nuova opportunità per conoscere i fondamenti, le finalità e gli strumenti della Pedagogia Familiare, attraverso un saggio rivoluzionario rivolto non solo agli addetti ai lavori, ma a tutti i difensori dei Diritti Umani.

Per poter essere sempre di più, sempre in tanti, a tracciare un nuovo futuro: per i professionisti della Pedagogia Familiare, per il Popolo dei Diritti Umani e per le Famiglie che lottano per i loro Diritti. Perché la Famiglia è, innanzitutto, «Storia di Persone»! 

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“Manuale di Pedagogia Familiare – Aiutare le Famiglie a casa loro” alla Fiera dell’Editoria “Più Libri Più Liberi”

Incontro con l’autore Vincenza Palmieri

alla

Fiera dell’Editoria “Più Libri Più Liberi”

con il

“Manuale di Pedagogia Familiare – Aiutare le Famiglie a casa loro”

Sabato 10 dicembre 2022

ore 16,00 – 17,00

Roma, Centro Congressi La Nuvola (Roma Eur) – Stand B22 Armando Editore

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Anche quest’anno, l’ultimo libro a firma di Vincenza Palmieri “MANUALE DI PEDAGOGIA FAMILIARE – AIUTARE LE FAMIGLIE A CASA LORO”, edito da Armando Editore, è stato inserito tra i best-seller del 2022 che saranno presenti – sabato 10 dicembre – alla nuova Edizione della Fiera dell’Editoria “Più Libri Più Liberi”, in programma a Roma, al Centro Congressi La Nuvola. 

Un’occasione speciale per incontrare l’Autrice, che firmerà le copie del libro, ma soprattutto l’opportunità per conoscere i fondamenti, le finalità e gli strumenti della Pedagogia Familiare, attraverso un saggio rivoluzionario rivolto non solo agli addetti ai lavori, ma a tutti i difensori dei Diritti Umani. 

Un Manuale denso e ambizioso, e insieme scorrevole ed interessante, risultato di tante sfide, ferite e successi che è doveroso – e al contempo sempre emozionante! – poter condividere. Per poter essere sempre di più, sempre in tanti, a tracciare un nuovo futuro: per i professionisti della Pedagogia Familiare, per il Popolo dei Diritti Umani e per le Famiglie che lottano per i loro Diritti. E soprattutto, per tutti noi. Perché la Famiglia è, innanzitutto, «Storia di Persone»! 

i invitiamo a partecipare, numerosi, e ad estendere l’invito ai vostri amici, conoscenti e a chiunque fosse curioso ed interessato a saperne di più: direttamente dall’Autrice! Appuntamento sabato 10 dicembre, dalle 16 alle 17, al Centro Congressi La Nuvola, presso lo stand B22 della Armando Editore

Per informazioni e per le iniziative di sconto sull’ingresso: www.plpl.it
Per ulteriori info: Clara Centili (ufficiostampa.inpef@gmail.com) – Dr. Pierluigi Bonici (329.9833862)

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Relazione Amb. Angola Maria De Fatima Jardim – 2° Congresso Internazionale Pedagogia Familiare

Riportiamo il messaggio integrale (videomessaggio in lingua portoghese, e traduzione del testo in italiano) ricevuto in occasione del 2° Congresso Internazionale di Pedagogia Familiare da S.E. Maria De Fatima Jardim, Signora Ambasciatrice della Repubblica dell’Angola in Italia.

PARTECIPAZIONE COME RELATORE AL “2° CONGRESSO INTERNAZIONALE DI PEDAGOGIA FAMILIARE – I GRANDI TEMI”.

Permettetemi di ringraziare la Professoressa Vincenza Palmieri, Presidente dell’Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare per l’invito che mi è stato rivolto e di salutare tutti i partecipanti al Congresso, in particolare coloro che termineranno la loro formazione in questa prestigiosa Istituzione.

Ho l’onore di ringraziare, a nome del Governo dell’Angola, questa prestigiosa Istituzione per la formazione degli insegnanti angolani che hanno già completato la loro preparazione negli anni precedenti e che continuano a partecipare alla formazione del nostro Paese. D’altra parte, vorremmo elogiare la formazione di coloro che termineranno quest’anno e gli insegnanti, per la scelta di importanti temi di studio, che costituiscono passi essenziali per costruire nuove società sane con famiglie strutturate e sane.

Aiutare le famiglie a casa propria è un argomento facile da trattare, complesso da presentare con una dissertazione piacevole, perché applicando e implementando questo tema possiamo apprezzare la diversità e l’affermazione di ogni famiglia a casa, ogni bambino, donna, giovane, anziano, vulnerabile. Come possiamo fornire assistenza e aiuto in modo che le famiglie possano vivere più felici e d’altra parte più unite e coese?

Il comune concetto di famiglia può essere interpretato in senso stretto o in senso lato; ha valori tradizionali, etici e culturali che costituiscono la base nucleare delle nostre costituzioni, ma è anche la base di relazioni sociali di tradizione, costumi e conoscenze che si trasmettono di generazione in generazione e che conferiscono dignità ai suoi membri e alle società.

La famiglia nucleare e la famiglia allargata hanno strutture e configurazioni diverse che cambiano da Paese a Paese. Abbiamo fatto l’esempio della famiglia nucleare in Italia che è composta da genitori e figli e la famiglia allargata da nonni, zii, cugini e così via, ma nel mio Paese, l’Angola, e in altri Paesi, soprattutto nel continente africano, abbiamo l’onore di avere una famiglia molto allargata, in quanto le donne hanno un alto tasso di natalità, in media di 6/7 figli ciascuna. La base della nostra famiglia angolana si sta strutturando nella sua composizione nucleare, ma non è composta solo da genitori, zii e nonni, ma anche da amici, vicini, che siano o meno legati da vincoli di sangue.

Anche la struttura familiare in Angola sta cambiando. Le famiglie unipersonali sono rare in Angola; in casi ancora più rari, abbiamo famiglie anche informali, con unioni stabili i cui valori sono preservati attraverso relazioni di affetto e amicizia tra i membri.

Il cosiddetto modello familiare angolano è fondamentalmente africano e di impostazione patriarcale. Il padre è il capofamiglia, ma l’educatrice è la donna di casa. Il padre segue, quindi, un modello di famiglia patriarcale. Questi ha la responsabilità di prendersi cura della famiglia e di vigilare su di essa. La madre si occupa non solo delle faccende domestiche, ma anche dell’alimentazione e dell’educazione speciale e particolare dei figli. Di qui, il ruolo della donna nell’aiutare e strutturare famiglie sempre più sane e il ruolo del padre di rispetto, di responsabilità e di esempio per la famiglia, in compiti che sono naturalmente svolti al di fuori della casa, ma all’interno dell’ambiente domestico ha il suo ruolo di capofamiglia.

Un punto su cui riflettere è la questione della madre domestica e come possiamo inquadrare il suo ruolo come utile per aiutare la famiglia. I compiti della casalinga, le faccende domestiche, sono importanti e dovrebbero essere praticati da tutti. Tutti dovrebbero partecipare con impegno nell’esecuzione di questi compiti.

I modelli che possiamo adottare in città e in campagna sono ovviamente diversi, e per via di molti aspetti ed esigenze del nostro Paese, i modelli ancestrali stanno già scomparendo, giacché anche le donne cominciano a fare ingresso nel mercato del lavoro. L’uomo, la donna e i giovani lavorano tutti per l’elevazione e il sostentamento della famiglia.

Come aiutare la famiglia a casa?

Riteniamo che il governo debba avere la possibilità di elaborare politiche, programmi e leggi nazionali che garantiscano l’uguaglianza, le pari opportunità e l’accesso ai diritti fondamentali e costituzionali. Qui vorremo sottolineare il ruolo dei consigli, che possono essere nazionali, settoriali, ma anche multidisciplinari, che abbiano enfasi sui programmi sociali che difendono la protezione della famiglia e assicurano valori, pratiche sociali ed etiche sempre più visibili nella società, con risultati che migliorino i comportamenti e le pratiche della famiglia, preservando naturalmente i nostri valori sociali. I risultati devono essere integrati e, d’altra parte, avere visione multidisciplinare.

I decisori politici sono un’altra frangia che deve svolgere il suo ruolo, insieme alle chiese, le istituzioni, le organizzazioni intergovernative, le associazioni, le ONG, sia pubbliche che private, e i nuclei familiari strutturati sulla base dei principi della cultura etica, della solidarietà e dell’amicizia.

Le scuole altresì, e qui la nostra menzione speciale va al ruolo degli insegnanti, dei formatori, degli accademici e degli agenti sociali che sono artefici e facilitatori del dialogo e di risultati immediatamente visibili.

Il nostro plauso va anche ai giovani, come studenti, come lavoratori, come bambini che, in modo singolo o associativo, devono dare esempio di onore nel e con il lavoro, lo studio e la costruzione di strutture sempre più adeguate a un futuro migliore.

La donna, in quanto grande imprenditrice che è la forza trainante della famiglia, a casa dovrebbe meritare rispetto, ma, dall’altra parte, dovrebbe dare un esempio di buone pratiche di convivenza e amore alla famiglia di Unione e Coesione.

I padri, le madri, i figli e le figlie devono vegliare con rispetto sulla creazione delle famiglie, consolidate da generazioni sane.

Agli educatori familiari chiediamo, in qualità di professionisti, di rispondere alle sfide con priorità all’educazione e al sostegno delle famiglie fuori e dentro casa, soprattutto di quelle più vulnerabili. Tutti noi possiamo essere utili alla costruzione del futuro, con gioia e prosperità.

Non possiamo, in alcun modo, non lasciare qui un messaggio di pace affinché le famiglie, beneficiando della tranquillità della pace e dell’armonia, possano raggiungere gli obiettivi di sviluppo e di progresso dei Popoli.

Vorrei concludere dicendo che educare una donna è educare una casa, educare un uomo è educare un individuo, educare un bambino e un giovane è educare una generazione e una società.

Vi ringrazio molto per l’invito che mi è stato rivolto e vorrei esprimere il mio ringraziamento per la collaborazione e anche per il rapporto che già esiste con l’istituzione che qui è rappresentata in modo prestigioso.

Ringraziamo anche a nome dell’Ambasciata d’Angola in Italia per questo invito, riaffermando che siamo e saremo sempre a disposizione affinché sulla base della collaborazione e della cooperazione tra le istituzioni italiane e angolane si possa sempre più rafforzare la nostra cooperazione, collaborazione e con risultati e visione che si affermano nell’indistruttibile amicizia tra i due popoli, il popolo angolano e il popolo italiano, tra le famiglie dell’Angola e le famiglie dell’Italia.

Vi ringraziamo per il sostegno che è stato dato all’Angola affinché, insieme ai giovani, possiamo, naturalmente basandoci sulla famiglia, migliorare il nostro esempio di angolani, ma anche vivendo insieme ad altri possiamo elevare il profilo delle nostre famiglie.

Grazie.

S.E. Maria De Fatima Jardim 

Roma, 25 maggio 2022

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Relazione Avv. Francesco Morcavallo – 2° Congresso Internazionale Pedagogia Familiare

Riportiamo il messaggio integrale ricevuto in occasione del 2° Congresso Internazionale di Pedagogia Familiare dall’Avv. Francesco Morcavallo, già Giudice del Tribunale per i Minorenni.

Per il II Congresso Internazionale di Pedagogia Familiare.

Roma, il 27 e 28 maggio 2022.

Ringrazio per l’invito a intervenire in una così prestigiosa e preziosa occasione: prestigiosa per il contesto, per il livello dei relatori, per la passione degli intervenuti; preziosa perché, come in una congiuntura magica, fa da ponte tra la recente pubblicazione del “Manuale di Pedagogia Familiare” e la festa del prossimo 2 giugno, che è un po’ la festa della Costituzione.

La Costituzione, però, non è da riguardare, secondo un atteggiamento ormai troppo diffuso, come un monumento, un cimelio da parata militare. Certo, non è un testo perfetto; in molti punti è frutto più di un compromesso politico che di una chiara ispirazione logica e storica; ma porta i segni della lotta per la libertà-uguaglianza.

Si noti bene: non solo “libertà e uguaglianza”, ma “libertà-uguaglianza”, un unico concetto, quasi un’unica parola. Quella parola che è l’enunciato più importante dell’esperienza giuridica del Novecento: si è liberi solo se si è uguali, nel senso che la funzione della comunità è quella di favorire lo sviluppo della libertà di ciascun componente; si è uguali solo se si è liberi, nel senso che l’imposizione della libertà come modello sociale astratto, tramite la riduzione dell’individuo a numero della comunità, a matricola, a paziente, a fascicolo procedimentale, ha creato, storicamente, un’uguaglianza solo finta, simile a quella della ‘Fattoria degli Animali’ di Orwell, dove tutti gli animali sono uguali, ma il maiale è più uguale degli altri.

Nell’ordinamento basato sul principio fondamentale di libertà-uguaglianza, il valore essenziale della comunità dei cittadini sta nell’essere il mezzo per realizzare le inclinazioni individuali, per valorizzare l’unicità e la specialità che esiste in ogni individuo, in ogni sua relazione: così vuole l’articolo 2 della Costituzione.

E ogni attività della comunità, soprattutto se rivolta al supporto delle relazioni familiari, deve essere prima di tutto un’attività di aiuto, basata sul consenso e sul diritto degli interessati ad essere ascoltati, valorizzati e sostenuti nell’ambito di un rapporto di dialogo e fiducia: questo ci dicono gli articoli 30 e 31 della Costituzione e, più recentemente, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo nell’applicare l’articolo 8 della Convenzione, in materia di tutela della vita familiare.

Dunque, quello stesso aiuto, quello stesso sostegno della comunità al singolo e alla famiglia, che la morale e la religione vedono come un moto di generosità di chi lo offre, diventa, nella prospettiva dell’ordinamento, un diritto di chi lo riceve, una forma di espressione della libertà e del valore di chi viene sostenuto in base ad un’intesa consensuale.

Se è un diritto fondamentale dell’individuo quello di vedere la collettività attivarsi in suo sostegno, è a maggior ragione un suo diritto, un’espressione della sua libertà, il partecipare a costruire il progetto di sostegno, il parteciparvi con il proprio consenso e con le risorse proprie e delle proprie relazioni affettive.

È una musica che questo uditorio già conosce bene. Nelle norme della Costituzione e nel catalogo europeo dei diritti umani troviamo, per la parte che qui ci interessa, nulla di più e nulla di meno che i princìpi della Pedagogia Familiare:

le caratteristiche specifiche di una persona e delle sue relazioni, anche quando sono fonte di difficoltà e di disagio, non sono mai malattie o disfunzioni da sottoporre a terapia, ma sono vita ed esperienza da porre al centro di un progetto che valorizzi le risorse che in quella vita e in quell’esperienza necessariamente ed immancabilmente si annidano;

   il sostegno non si risolve in un trattamento imposto, ma è costruzione partecipata e perciò stesso consensuale, condivisione e confluenza di esperienze scientifiche diverse e complementari, tutte incentrate sulla valorizzazione delle risorse concrete della persona e della famiglia, della singola persona e della specifica famiglia interessate;

il valore delle relazioni e delle attività di sostegno non sta nell’adeguamento a modelli, ma nella restituzione di dignità a dinamiche relazionali che si sviluppano fuori da uno schema precostituito;

l’unico schema è quello che deriva dall’esame della realtà, come piano di intervento incentrato sul dialogo, sulla fiducia e sulla libera individuazione dei professionisti che si scelgono per il loro impegno a creare la rete di supporto.

Al centro di quella rete è la persona, così come la persona è al centro dell’ordinamento giuridico costituzionale; la rete dei supporti non può che essere tessuta a misura di quella persona e della sua fiducia, a misura delle sue relazioni, familiari e sociali.

In quella rete sembra di vedere l’immagine di un cristallo di sale in trasparenza: poche venature in controluce, l’immagine della più labile fragilità; eppure quella che stiamo osservando è una pietruzza indistruttibile. La fragilità che è al centro di quel sassolino si è trasformata in una risorsa, perché un bravo chimico (o la natura, che è spesso il chimico più bravo) ha lasciato che confluissero insieme tante fragili venature, a formare un intreccio solido, duro, confortante.

Ecco, l’autore di quell’intreccio (nell’immagine del profano, che però ha letto con interesse il Manuale di Vincenza Palmieri) è il Pedagogista Familiare, insieme alla persona e alle persone che gli si sono rivolte, ma anche insieme ai professionisti del settore pubblico e del settore privato che il Pedagogista Familiare mira a raggruppare in una squadra convergente verso lo studio e la valorizzazione della relazione familiare che gli si presenta nel caso concreto: il Pedagogista Familiare non si sostituisce a quelle professionalità, ma le cerca e le unisce, in un progetto che non ha modello precostituito; un progetto che ha il suo modello nella realtà osservata, studiata, compresa; un progetto che è sempre nuovo e forse per questo sempre entusiasmante e pronto a trarre anche dal dolore una risorsa per crescere.

E allora, come ben si vede, il mondo del diritto e della giustizia, anche nella materia della famiglia, non dovrebbe essere affatto il mondo dell’imposizione di trattamenti, del “fai come ti si dice o perdi la titolarità delle tue relazioni familiari”, dell’adeguamento a modelli paradigmatici e creati da chissà quale scienza. Al contrario: il mondo del diritto delle persone nella famiglia è governato da quelle stesse regole che nel “Manuale di Pedagogia Familiare” sono tratte dall’esperienza pluriennale del confronto, del dialogo, del contatto, della fiducia, del prendere in mano il disagio per cavarne tutto quanto di buono vi si annida in potenza.

Tutto questo presuppone la partecipazione, l’offerta chiara di un programma, la descrizione precisa di obiettivi e risorse: senza tutti questi elementi, come si potrebbe accusare qualcuno di mancare ai doveri della gestione familiare, ai compiti del genitore? Additare un problema senza fornire la soluzione vuol dire venir meno al precetto costituzionale che, come abbiamo visto, individua nel sostegno alla persona la funzione essenziale della comunità.

Certo, la costruzione della fiducia è faticosa; è ovviamente meno redditizia dell’imposizione di trattamenti con pagamento a carico dell’ente pubblico; è più laboriosa, perché la creazione di modelli di intervento concreti richiede più tempo e più fatica rispetto all’applicazione di modelli astratti, di soluzioni standardizzate, di provvedimenti sostitutivi e autoritativi (“sospendiamo la tua autonomia e ai tuoi figli pensiamo noi”). Ma a questa maggiore fatica corrisponde un maggiore successo; ne derivano soluzioni vere, persone recuperate ad una felicità libera e non morti viventi annichiliti dallo psicofarmaco o dalla segregazione forzosa. Impedire queste morti anticipate è il modo migliore per far cadere la polvere dalla Costituzione, per riscattarla da un riduttivo ruolo di cimelio e restituirla alla funziona di baluardo della libertà e della felicità.

 Francesco Morcavallo

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